New York Times: "Napoli è un mosaico di emozioni"



Il New York Times celebra Napoli ed Elena Ferrante, scrittrice italiana dall'identità che ancora oggi è per tutti un' enigma e autrice di diversi best sellers tra cui "L'amica Geniale", pubblicato anche all'estero con il titolo di "My Brilliant Friend" e a cui sono seguiti altri tre volumi.
Ann Mah, giornalista del New York Times, è andata alla scoperta di Napoli, dei luoghi narrati dalla scrittrice italiana e simbolo della città partenopea.

"Ero arrivata a Napoli senza una guida o una mappa, alla ricerca di un quartiere scapigliato di "muri scrostati" e "porte graffiate", dove la "grigia misera" degli edifici si scontra con la passione e la repressione dei personaggi della scrittrice. Armata solo con la sua serie di romanzi napoletani, ero alla ricerca di una città che - attraverso quattro volumi pesanti, best seller sia negli Stati Uniti e in Italia - era diventato un personaggio stesso: pericolosa, sporca e seducente, il luogo che tutti desiderano lasciarsi alle spalle, un luogo che non si può scuotere.

Come ho scoperto durante una visita nel mese di settembre, la serie di libri ha offerto una vista unica di questa città complicata, ti porta lontano tra i luoghi turistici più famosi e aiuta a spiegare le divisioni sociali, economiche e geografiche della città. Per vedere la Napoli della signora Ferrante è quello di osservare Napoli come un nativo."


Ann Mah decide di intraprendere un viaggio attraverso i luoghi che ci raccontano la vita di Elena Greco e Raffaella Cerullo, Lenù e Lila nei romanzi della Ferrante, nate in un quartiere difficile di Napoli, caratterizzato da povertà, mafia e violenza. Linù e Lila sono ragazze molto diverse, ma accomunate da un unico desiderio, "varcare i confini del quartiere alla scoperta di una presenza invisibile, una vaga memoria blu: il mare."

La sua passeggiata si sposta poi nel cuore del centro storico di Napoli, Spaccanapoli, che attraversa il cuore della città, fino a giungere alla vista del Golfo e spiegandosi finalmente il perché della voglia di Lenù e Lila di evadere dal loro quartiere solo per ammirare quello spettacolo.
Attraversa poi luoghi ancora più importanti per i personaggi del romanzo e per la stessa Elena: Piazza Municipio, dove il padre di Elena lavorava come facchino, il Rettifilo, dove Lila acquista il suo abito da sposa e il Liceo Garibaldi, la scuola di Elena. 




"La sua interpretazione di Napoli non è solo una cartolina - è un mosaico di emozioni forti e dirompenti", ha detto la signora Siniscalchi, la sua guida, dei libri. "Lei dà un'eccellente descrizione di tutte le opportunità perse da ogni singola generazione nel sud Italia. Quando ho finito l'ultimo libro, ho pianto".


Si dirige poi a Rione Luttazzi, ne descrive il degrado e nota quanto il mare da li sia un'utopia, ma non le risulta difficile immaginare Elena e il quartiere di Lila.


Poi è la volta dell'eleganza di Chiaia, quartiere benestante, alla ricerca del negozio di scarpe di Lila, Solara, ma si imbatte nella boutique di Salvatore Ferragamo.

Il suo viaggio si conclude con la testimonianza di Annamaria Palermo, professoressa dell' Università di Napoli L'Orientale, nata da una famiglia borghese, ma che si è identificata nei racconti della Ferrante. 

La signora Siniscalchi continua con il racconto della lotta delle protagoniste contro la camorra e le violenze e afferma: "La camorra è parte della nostra storia. Per crescere a Napoli è una lotta ogni giorno".
Dalla casa di Annnamaria Palermo, a Posillipo, Ann Mah non coglie questo disagio, questa lotta continua e pensa che da li la criminalità organizzata è un qualcosa di estremamente distante.

"Davanti a me, il golfo scintillava, una distesa ondeggiante di blu ricoperto dalla massa incombente del Vesuvio. Da qui, il rione era completamente scomparso."




Qui l'articolo del New York Times in lingua originale:
http://www.nytimes.com/2016/01/17/travel/elena-ferrante-naples.html?smprod=nytcore-ipad&smid=nytcore-ipad-share&_r=1

Francesca Spizzuoco

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