STAZIONI DELL'ARTE DI NAPOLI: La metropolitana più bella del mondo


Le stazioni dell'arte sono un complesso artistico-funzionale, composto da fermate della metropolitana di Napoli, in cui è stata prestata particolare attenzione a rendere gli ambienti belli, confortevoli ed efficienti. 

La finalità principale è di combinare la fruizione del trasporto pubblico con l'esposizione degli utenti all'arte contemporanea, allo scopo di favorirne la conoscenza e diffusione. La finalità secondaria è di riqualificare vaste aree del tessuto urbano e fungere da elemento motore per la realizzazione di nuove costruzioni che assumano il ruolo di luoghi focali della città di Napoli.


Le stazioni, distribuite lungo la linea 1 e 6 della rete, accolgono più di centottanta opere d'arte realizzate da novanta autori di fama internazionale e da alcuni giovani architetti locali, elemento, questo, distintivo dell'intervento urbanistico-funzionale che ha avuto la diretta conseguenza di combinare nelle stazioni differenti stili artistici. Tale complesso urbanistico, tuttora in fase di espansione attraverso la costruzione di nuove stazioni, ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale. In particolare, il 30 novembre 2012, la stazione Toledo è stata premiata come la più impressionante d'Europa dal quotidiano The Daily Telegraph, mentre quella di Materdei è risultata al 13º posto. Il 4 febbraio 2014 la CNN ha eletto la stazione Toledo come la più bella d'Europa.



Le stazioni dell'arte nascono da un progetto elaborato nel 1995 dal comune di Napoli nell'ambito della costruzione e del potenziamento del proprio sistema di trasporto sotterraneo. Successivamente, con una delibera del 19 maggio 2006 (numero 637), la regione Campania ha emanato linee guida da applicare per la progettazione e la costruzione di alcune stazioni della metropolitana napoletana (concepite, come già accennato, non solo come luogo di transito ma anche alla fruizione dell'arte), dando origine al processo che prosegue tuttora.




GARIBALDI



La stazione di Garibaldi, uscita dalla matita dell'architetto francese Dominique Perrault, serve la zona ferroviaria della città e i rioni Duchesca e Vasto.

La parte esterna del complesso ferroviario occupa la sezione meridionale della piazza ed è occupata dal grande pergolato metallico in teflon forato, il cui scopo è quello di fornire ombra alla sottostante piazza ipogea in cui - a breve - apriranno numerose attività commerciali.

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UNIVERSITA'





« Questo progetto è molto poetico, volevo dare alle persone che al mattino vanno a lavoro o all'università, che frequentano la metropolitana, cinque minuti di ispirazione. »

(Karim Rashid)



La stazione di Università, progettata dagli architetti Karim Rashid e Alessandro Mendini, è stata inaugurata il 26 marzo 2011; la stessa, a trenta metri sotto il livello della strada,serve inoltre piazza Giovanni Bovio e corso Umberto I.
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TOLEDO

« Si scende in fondo al mare, per attraversare la città su un binario d'acciaio. » 
(la Repubblica)

La stazione di Toledo è stata progettata dal designer spagnolo Óscar Tusquets Blanca ed è stata inaugurata il 17 settembre 2012. La stessa è stata inoltre concepita per servire l'omonima strada, il rione Carità e i Quartieri Spagnoli.





Per il resto lo scalo, profondo circa 50 metri, è stato costruito sotto la falda acquifera e occupa un volume di 43.000 metri cubi. Nello spazio esterno della fermata sono presenti tre piramidi a forma esagonale, rivestite di pannelli color ocra e blu, che forniscono luce naturale al primo livello della stazione. All'ingresso di via Diaz è presente inoltre la statua in acciaio corten di William Kentridge, Il cavaliere di Toledo, alta sei metri e inaugurata il 15 dicembre 2012, in occasione della notte bianca avvenuta nel centro storico; il monumento ripropone una consuetudine urbanistica tipica del boulevard, già presente in piazza Bovio. L'ascensore (rivestito di pannelli in vetro) è posizionato vicino la scala mobile, fornita di una copertura ondulata, ed è seguito da una particolare passeggiata formata da grandi cerchi arancioni e fornita di sedute in pietra vulcanica.
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DANTE




La stazione di Dante, progettata da Gae Aulenti, è ubicata sotto l'omonima piazza ed è stata aperta al pubblico il 27 marzo 2002.


Il progetto dell’architetto Gae Aulenti ha riguardato anche la risistemazione urbanistica della piazza, che ha rispettato l’impianto settecentesco. La pavimentazione in pietra etnea a lastre e cubetti segue il disegno delle architetture progettate dal Vanvitelli e gli accessi alla stazione, in cristallo trasparente e acciaio, sono stati concepiti in modo da assicurare la visibilità dell’emiciclo da ogni lato.


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MUSEO




La stazione di Museo (connessa con un marciapiede mobile con quella di Piazza Cavour), realizzata su progetto di Gae Aulenti, è stata inaugurata nell'aprile del 2001. Gli «atleti», l'intervento fotografico di Mimmo Jodice dove l'artista si confronta con le sculture rinvenute nella villa dei Papiri di Ercolano.

MATERDEI



Lo scalo Materdei, aperto nel 2003, è stato progettato da Alessandro Mendini ed è ubicato in piazza Scipione Ammirato, nell'omonimo rione, in prossimità dell'Arenella.



L'ingresso della stazione si affaccia (come già accennato) su piazza Scipione Ammirato che, oltre a essere stata trasformata in un'isola pedonale, ha conosciuto un ampliamento di spazi verdi e l'installazione di opere d'arte contemporanea come Carpe diem, la statua in bronzo colorato realizzata da Luigi Serafini, e i rilievi in ceramica che coprono l'ascensore. L'ingresso, inoltre, è rivestito da un mosaico ed è sormontato da una grande stella gialla e verde


L'atrio della stazione, illuminato dal pinnacolo in vetri colorati e acciaio (che, di forma e dimensioni, è molto simile alla guglia della stazione Salvator Rosa), presenta colori che variano dall'azzurro al verde.

La base del pinnacolo è rivestita da un mosaico di Sandro Chia; le pareti, invece, presentano dei solidi geometrici tridimensionali realizzati da Ettore Spalletti.

Sopra la scalinata che connette la hall ai piani inferiori si staglia un mosaico con altorilievi in ceramica prodotto da Luigi Ontani, nel quale sono raffigurati animali fantastici, la figura partenopea dello scugnizzo e un Pulcinella che presenta il volto di Ontani.

In prossimità delle banchine sono situate le illustrazioni su pannelli in legno di Domenico Bianchi; il corridoio centrale, invece, è rivestito dai Wall Drawings di Sol LeWitt, che ha realizzato anche un calco in vetroresina presente in fondo al corridoio.

Entrambe le banchine presentano serigrafie policrome di Mathelda Balatresi, Anna Gili, Stefano Giovannoni, Robert Gliglorov, Denis Santachiara, Innocente e George Sowden.



SALVATOR ROSA



L'esteso giardino terrazzato accoglie un ponte romano e una cappella neoclassica del XIX secolo di ridotte dimensioni; i palazzi limitrofi, inoltre, sono stati tramutati in opere d'arte grazie all'intervento degli artisti Ernesto Tatafiore, Gianni Pisani, Mimmo Rotella, Mimmo Paladino e Renato Barisani. Quest'ultimi hanno infatti prodotto numerosi mosaici in vetricolor come Il volo di Icaro, Diderot Filosofia o Il treno che parte dall'isola.
La stazione di Salvator Rosa, in funzione dal 2001, si affaccia sull'omonima strada dell'Arenella ed è stata progettata da Alessandro Mendini.








I livelli del giardino sono connessi tramite una scala mobile esterna, grazie alla quale è possibile raggiungere anche il piazzale dei giochi realizzato su progetto di Salvatore e Domenico (Mimmo) Paladino. Quest'ultimo, sul suo pavimento di pietra lavica, presenta tre giochi praticabili come il tris, il labirinto e la campana.

Nello stesso piazzale sono situate anche le «sculture ludiche» e l'enorme mano in acciaio corten di Salvatore e Mimmo Paladino.

Per il resto il parco è stato arricchito con le installazioni contemporanee di Alex Mocika, Augusto Perez. Renato Barisani, Lucio Del Pezzo, Nino Longobardi, Riccardo Dalisi, Ugo Marano.

Il complesso, eclettico e rivestito di marmi dorati, riprende con la sua forma il vicino ponte romano; esso presenta inoltre una guglia in vetri colorati e acciaio.

Il percorso che decorre dall'atrio al piano binari ospita le opere di Enzo Cucchi, Raffaella Nappo, LuCa, Natalino Zullo, Quintino Scolavino e Santolo De Luca.

Anche le banchine, nei cui pressi è presente l'installazione A subway è chiù sicura (tre automobili di PerinoeVele realizzate in ferro, cartapesta e vetroresina), accolgono altre opere d'arte (quella in direzione Dante, per esempio, ospita un acrilico su tela opera di Anna Sargenti).



La fermata è raggiungibile anche tramite una seconda uscita a valle di via Salvator Rosa, alla rotonda con via Battistello Caracciolo e via Girolamo Santacroce (inaugurata nel dicembre 2002) L'esistenza di quest'ultima è sottolineata da un altro pinnacolo, realizzato da Mendini, posto al centro di un piccolo slargo; il basamento della guglia è inoltre ricoperto dagli altorilievi in ceramica di Enzo Cucchi che raffigurano alcune figure dell'iconografia napoletana.

Poco distante dalla guglia si erge l'installazione di Lello Esposito, Eccomi qui, ovvero un Pulcinella che (come ha affermato l'autore) «guarda dall’alto la strada, osserva il mondo e la vita». Al seguito è presente l'edificio in cui soggiornò Giovanni Capurro (autore della canzone 'O sole mio), decorato con vessilli colorati e con una pioggia di raggi ambrati (prodotti daMimmo Paladino)


QUATTRO GIORNATE


La stazione di Quattro Giornate, inaugurata nel 2001 su progetto di Domenico Orlacchio, è stata concepita per servire l'omonima piazza, lo stadio Arturo Collana e la parte occidentale del Vomero. I giardinetti della stazione ospitano tre sculture: la scultura in acciaio corten a forma di V di Renato Barisani e le due statue bronzee di atleti di Lydia Cottone.

In modo analogo alla piazza, anche lo scalo è dedicato all'episodio storico di insurrezione che ha visto scontrarsi le milizie armate naziste e la popolazione partenopea, le quattro giornate di Napoli.


L'atrio della fermata ospita le sculture in bronzo e i dipinti di Nino Longobardi, ispiratosi per la loro realizzazione all'insurrezione napoletana.


Lungo il percorso che dall'atrio conduce al piano binari sono presenti le sequenze di guerra e di caccia di Sergio Fermariello, la lamiera in alluminio con fibre ottiche di Baldo Diodato e la serigrafia su cinque pannelli in policarbonato (denominata Sabe que la lucha es cruel) prodotta da Anna Sargenti.

I corridoi che, invece, decorrono dalle banchine all'uscita accolgono tre polittici fissati al muro con travi di ferro, realizzati da Umberto Manzo con la tecnica dell'emulsione fotografica, un olio su tela di Maurizio Cannavacciuolo intitolato Amore contronatura, un light box in cui è imprigionata un'immagine raffigurante il volto di Betty Bee (autrice dell'opera) e infine quattro bianche figure femminili (le Combattenti), realizzate da Marisa Albanese.



VANVITELLI


La stazione, inaugurata nel 1993 su progetto di Michele Capobianco, si affaccia sull'omonima piazza nel sud del Vomero.

Gli ambienti del complesso, luminosi e ben definiti, sono caratterizzati da un'attenta scelta dei colori, che variano dal blu al lilla e dal giallo al grigio.

Nell'atrio è presente Off limits, un'opera di Giulio Paolini dove un masso sembra infrangere la gabbia di vetro in cui è imprigionato.


I corridoi che conducono ai binari accolgono due strisce di Vettor Pisani, Oriente e Occidente, e due stampe fotografiche raffiguranti la tipica architettura partenopea, realizzate da Gabriele Basilico.


Sulla volta del piano inferiore è fissata la spirale blu in neon sabbiato, policarbonato e carta di Mario Merz. L'installazione, realizzata dall'artista poco prima la sua morte, prosegue sul muro del livello intermedio dove sono raffigurati alcuni animali preistorici.


Sempre nel piano intermedio sono ubicate due stelle in acciaio di Gilberto Zorio, mentre all'incrocio tra i corridoi che conducono ai binari in direzione Dante e Piscinola sono posti otto cilindri in metallo, i Pozzi, prodotti con cristallo, cera, vetro e pigmenti in polvere.

Poco distante dalle banchine ci sono infine due grandi mosaici in pietra e pasta vitrea di Isabella Ducrot.

RIONE ALTO


La stazione di Rione Alto, inaugurata nel 1993, serve l'omonimo rione e la porzione meridionale della Zona Ospedaliera.

Il piazzale davanti l'accesso, realizzato in vetro e cupole metalliche, è arricchito da una fontana in cui è presente un mosaico di Achille Cevoli.

Sulle pareti dell'atrio sono presenti i wall drawings di David Tremlett, realizzati con il pastello su intonaco.



Tra le scale e i marciapiedi mobili, invece, ci sono i pannelli decorativi polimaterici di Giuseppe Zevola, seguiti dalle stampe fotografiche di Katharina Sieverding e dai due light box di BiancoeValente (nom de plume di Giovanna Bianco e Pino Valente), che si stagliano sulla volta del tunnel d'accesso alle banchine.


Il termine della galleria accoglie le installazioni di Danilo Donzelli, Donatella Di Cicco, Marco Zezza, Marco Anelli, Ivan Malerba, Pina Gigi e Pennacchio Argentato.



PISCINOLA



"Piscinola", il cui nome completo è "Piscinola-Scampia", è una stazione della linea 1 della Metropolitana di Napoli ed insieme a "Garibaldi" è uno dei due capolinea.



Inaugurata con la seconda tratta della linea nel 1995 e attualmente in fase di restyling su progetto di Antonio Nanu, inizialmente la stazione aveva la denominazione di "Piscinola-Secondigliano" e solo in un secondo momento venne cambiata in "Piscinola-Scampia", anche se la segnaletica riporta ancora la dicitura originale.



La stazione è formata da due livelli: in quello superiore sorge la stazione terminale della linea 1, mentre in quello inferiore si trova la stazione terminale della linea Arcobaleno (linea Napoli-Aversa) che tra il 2005 e il 2009 ha ripristinato in parte l'Alifana bassa chiusa nel 1976.


È stato deciso che "Piscinola-Scampia", non sarà capolinea fisso, in quanto la linea proseguirà da questa stazione per l'aeroporto di Capodichino, il Centro direzionale fino ad arrivare a piazza Garibaldi. La stazione si troverà quindi tra le fermate Miano e Chiaiano.

La stazione serve i quartieri di Piscinola e Scampia.


La stazione di Piscinola è dedicata alle opere di Felice Pignataro che di Scampia ha colorato i muri con i suoi murales e animato le strade con i suoi carnevali dal significato antico di riappropriazione del diritto alla parola.



MUNICIPIO




La base della Torre aragonese e l’opera dell’israeliana Michal Rovner. Contemporaneo e antico dialogano nella spettacolare stazione Municipio, aperta al servizio viaggiatori da giugno 2015.
Il progetto architettonico, affidato agli architetti portoghesi Àlvaro Siza Viera ed Edoardo Souto de Moura, a lavori ultimati comprenderà un unico grande nodo di interscambio tra le Linee 1 e 6metropolitane, una vasta area che ingloba e mette in mostra i resti archeologici della Napoli greca e romana rinvenuti durante i lavori di scavo e la risistemazione urbanistica della piazza sovrastante. 
L'eccezionalità e la quantità di reperti rinvenuti (dal 2003 ad oggi) dalla Soprintendenza nel cantiere del metrò di piazza Municpio, tra cui anche le navi di epoca romana, ha fatto si che venisse definita "stazione archeologica", assieme alla futura stazione Duomo. 

Entrando al piano atrio, l’impatto con il basamento del cosiddetto “Torrione dell’Incoronata” e di fronte un’unica grande installazione d’arte contemporanea dell’artista Michal Rovner (Tel Aviv 1957) intitolata “Passaggi”. Un “video affresco” come lo ha definito il critico d’arte Achille Bonito Oliva, coordinatore del progetto Stazioni dell’Arte, nel quale le immagini inviate da cinque proiettori di alta precisione si fondono con quelle disegnate a pastello e dipinte con colori ad acqua, direttamente dall’artista sulla lunga parete bianca dell’atrio (37,70 m x 4,00 m). 
Gli ampi interni di stazione si caratterizzano per l’approccio minimalista, le finiture in pietra lavica naturale per i pavimenti interni ed esterni, pareti in mattoni, superfici intonacate di bianco, rispondono nella loro maestosità e semplice geometria alla lezione dei grandi maestri del movimento moderno. 


Le tecnologie di ultima generazione fanno di questa stazione un esempio di avanguardia per la gestione da remoto di impianti e sistemi di sicurezza: 16 impianti di risalita (scale mobili), 5 di sollevamento (ascensori) di cui uno dal piano atrio al piano strada, quattro batterie di tornelli e per ora due uscite attive sono governati grazie al sistema di telecontrollo “SCADA”, sia in locale che dalla centrale operativa dei Colli Aminei. I due banchi agenti sono dotati di TV a circuito chiuso che monitorano e gestiscono in tempo reale il sofisticato sistema antincendio, quello di diffusione sonora e in casi di emergenza l’alimentazione della linea aerea e dei segnali di ingresso per i treni. Due distributori automatici per l’acquisto di biglietti, (abilitati anche per l’emissione di ticket ANM), e un punto informativo dal moderno design “ANM POINT”, completano il corredo dei servizi offerti all’utenza. 

L’apertura della stazione Municipio ha inaugurato la prima parte del progetto del nodo di interscambio che unirà in un’unica grande stazione le linee 1 e 6 della metropolitana. Il progetto ha comportato un esteso intervento a cielo aperto e ha generato una delle più grandi indagini archeologiche dell’ultimo decennio.

La storia rivelata dagli scavi comincia dall’antico porto di Neapolis, impiantato nell’insenatura marina che occupava parte della piazza, con i suoi fondali, le antiche barche, la grande banchina di età augustea, e dalla occupazione di età ellenistica ed imperiale del litorale. Si sviluppa con gli straordinari resti dell’edilizia di età angioina sorta in coincidenza con la costruzione di Castel Nuovo alla fine del XIII secolo, e documenta poi i sistemi di difesa esterni al castello, realizzati prima da re Alfonso V di Aragona e poi dai viceré spagnoli.