RECENSIONE | 20 ANNI CON PINO (addòve!)

Sono passati quasi dieci mesi dalla scomparsa di Pino Daniele, avvenuta lo scorso 4 gennaio, ma, come afferma il sindaco della città Luigi De Magistris, “la sua lontananza fisica da Napoli non ha scalfito il legame affettivo con i napoletani. Ancora una volta Napoli per Pino”. Dopo l’intitolazione di una strada, per l’artista arriva la mostra 20 anni con Pino (addòve!), dal 16 ottobre 2015 al 10 gennaio 2016 al Palazzo delle Arti di Napoli.

Le immagini in mostra raccontano Pino dal 1990 al 2008, periodo intenso per l’artista, durante il quale esplora generi musicali diversi e collabora con musicisti italiani e internazionali.

Più che un’esposizione di fotografie, un tuffo nella vita pubblica e privata del cantautore. Nel passaggio da una stanza all'altra, i 180 scatti di Alessandro D’Urso, amico e collega di Daniele, si intrecciano alle parole: quelle di chi lo ha amato e le sue. Leggere sulle pareti le dichiarazioni lasciate su questo grande artista, ma, soprattutto, le sue poesie e le sue affermazioni, rimaste nella storia della musica, rievoca quella voce unica al mondo.

Un affettuoso album dei ricordi. ‘Addòve’ è una parola tormentone – spiega Roberta de Fabritiis, curatrice della mostra – che spesso Daniele ripeteva agli amici e che D’Urso ha voluto scherzosamente aggiungere al titolo. Chi conosce bene Pino capirà. Tutti gli altri si chiederanno che cosa vuol dire. Più che una mostra è una dichiarazione d’amore e di stima autentica”.

Esperienza da non perdere. Con la sua musica in sottofondo, si ha la sensazione di essere ospitati in casa di Pino e, alla fine, “l’abbraccio di quell’omone”, che tanto manca ad Alessandro D’Urso, arriva lo stesso.

Fabiana Carcatella

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"La chitarra è come una persona viva, reagisce, ti asseconda, ti provoca"


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