RINT E VIC: Piazzale Tecchio: tra atipicità e sintesi

Questa volta ci allontaniamo dal centro storico e facciamo tappa a Fuorigrotta. Una delle aree più note di questa zona è Piazzale Tecchio. Piazzale: è questo il primo particolare su cui soffermarci. Perché piazzale e non piazza? 

Cercandone il significato, con questo termine si indica una piazza non completamente circondata da edifici. Eppure, a ben guardare, Piazzale Tecchio è più che circondato: da un lato una delle sedi della facoltà di Ingegneria, di fronte la Mostra d’Oltremare, dall’altro lato lo stadio San Paolo e, sul lato opposto, la stazione metropolitana.  Al centro la stazione della Cumana.

Forse la risposta la si trova continuando ad osservare. Nonostante una così alta concentrazione di strutture pubbliche, infatti, la parte centrale dell’area non è mai affollata di passanti, come succede, invece, in tutte le altre piazze. Il movimento lo si riscontra tutt’intorno.

Piazzale Tecchio, però, non è solo atipicità, ma anche sintesi. Sintesi della vita dell’uomo. Si parte dall’istruzione, rappresentata dall’edificio di Ingegneria. La struttura, costruita per nascondere le case popolari retrostanti, presenta sul frontone un ampio mosaico che celebra il progresso raggiunto dall’uomo grazie al proprio lavoro. 


Lavoro strettamente collegato alla concezione di fiera, rappresentata dalla Mostra d’Oltremare, una delle principali sedi fieristiche in Italia, dove si espongono al pubblico i propri prodotti. 

Poi, il divertimento, al quale ci si dedica nei momenti di pausa dal lavoro. Lo stadio San Paolo accende la passione e fa battere i cuori di tantissimi tifosi napoletani. Se si pensa, inoltre, che in principio era stato battezzato stadio del Sole, il legame con la bella Napoli si fa ancora più forte. E, infine, il movimento, simboleggiato dalla Cumana, ma soprattutto dall’elegantissima stazione metropolitana. Senza di esso per l’uomo nulla sarebbe possibile.

Fabiana Carcatella

Riproduzione riservata